mercoledì 4 dicembre 2013

Natività seconda versione

Questo è il risultato di un laboratorio svolto insieme ai ragazzi della scuola di Capua, noi ci abbiamo messo la capanna e loro i pastori...
Buon Natale a tutti!



Natività prima versione


Dall'immaginazione alla realtà, realizziamo la nostra natività

All'opera! Acrilici, pennelli, cartoni, fiori, alberelli e terracotta per realizzare una natività interamente fatta con le nostre mani!





Allarme nel presepe











Una storia di Gianni Rodari che i ragazzi hanno letto, interpretato e alla quale hanno dato un finale interessante...


Allarme nel presepe

Una volta, mancava poco a Natale, un bambino fece il suo presepio. Preparò le montagne di cartapesta, il cielo di carta da zucchero, il laghetto di vetro, la capanna con sopra la stella. Dispose con fantasia le statuine, levandole una per una dalla scatola in cui le aveva riposte l'anno prima. E dopo che le ebbe collocate qua e là, al loro posto - i pastori e le pecore sul muschio, i re Magi sulla montagna, la vecchina delle caldarroste presso il sentiero - gli sembrò che fossero poche. Restavano troppi spazi vuoti. Che fare? Era troppo tardi per uscire a comprare altre statuine, e del resto lui di soldi non ne aveva tanti...
Mentre si guardava intorno, in cerca di un'idea, gli capitò sotto gli occhi un altro scatolone, quello in cui aveva messo a riposo, in pensione, certi vecchi giocattoli: per esempio, un pellerossa di plastica, ultimo superstite di un'intera tribù che marciava all'assalto di Fort Apache... un piccolo aeroplano senza timone, con l'aviatore seduto nella carlinga... una bamboletta un po' «hippy », con la chitarra a tracolla: gli era capitata in casa per combinazione, dentro la scatola del detersivo per la lavatrice. Lui, naturalmente, non ci aveva giocato mai, i maschi non giocano con le bambole. Però, a guardarla, era proprio carina.
Il bambino la posò sul sentiero del presepe, accanto alla vecchietta delle caldarroste. Prese anche il pellerossa, con l'ascia di guerra in mano, e lo collocò in fondo al gregge, presso la coda dell'ultima pecora. Infine appese con un filo l'aeroplano e il suo pilota a un alberello di plastica, abbastanza alto, che una volta era stato un albero di Natale, di quelli che si comprano ai Grandi Magazzini e trovò il posto anche per loro, sulla montagna, non lontano dai re Magi e dai loro cammelli. Contemplò soddisfatto il suo lavoro, poi andò a letto e si addormentò subito.
Allora si svegliarono le statuine del presepio. Il primo ad aprire gli occhi fu uno dei pastori. Egli notò subito che c'era qualcosa di nuovo e di diverso nel presepio. Una novità che non gli piaceva troppo. Anzi, non gli piaceva per niente.
- Ehi, ma chi è quel tipaccio che segue il mio gregge con in mano un'accetta? Chi sei? Che cosa vuoi? Vattene in fretta, prima che ti faccia azzannare dai miei cani.
- Augh, - fece per tutta risposta il pellerossa.
- Come hai detto? Senti, parla chiaro, sai? Meglio ancora, non parlare per niente e porta il tuo muso rosso da un'altra parte.
- Io restare, - fece il pellerossa, - augh!
- E quella scure? Che ci fai, di' un po'? Ci accarezzi i miei agnelli?
- Scure stare per tagliare legna. Notte fredda, io volere fare fuoco.
In quel momento si svegliò anche la vecchina delle caldarroste e vide la ragazzetta con la chitarra a tracolla.
- Dico, quella ragazza, che specie di cornamusa è la vostra?
- Non è una cornamusa, è una chitarra.
- Non sono cieca, lo vedo bene che è una chitarra. Non lo sai che qui sono permesse solo zampogne e i pifferi?
- Ma la mia chitarra ha un bellissimo suono. Sentite...
- Per carità, smettila. Sei matta? Ma senti che roba. Ah, la gioventú d'oggigiorno. Dammi retta, fila via prima che ti tiri in faccia le mie castagne. E guarda che scottano, perché sono quasi arrostite.
- Sono buone le castagne, - disse la ragazza.
- Fai anche la spiritosa? Ti vuoi prendere le mie castagne? Ma allora sei pure una ladra, oltre che una svergognata. Ora ti faccio vedere io... Al ladro! Anzi, alla ladra!
Ma il grido della vecchietta non fu udito. L'aviatore, infatti, aveva scelto proprio quel momento per svegliarsi e accendere il motore. Fece un paio di giri sul presepio, salutando tutti con la mano, e atterrò vicino al pellerossa. I pastori lo circondarono minacciosi:
- Cosa vuoi fare, spaventarci le pecore?
- Distruggere il presepio con le tue bombe?
- Ma io non porto bombe, - rispose l'aviatore, - questo è un apparecchio da turismo. Volete fare un giretto?
- Fallo tu, il giretto: gira bene al largo e non farti più vedere da queste, parti.
- Sí, sí, - strillò la vecchina, - e mandate via anche questa ragazzaccia, che mi vuol rubare le mie castagne...
- Nonnina, - fece la ragazza, - non dite bugie. Le vostre castagne, se me le volete vendere, ve le pago.
- Mandatela via, lei e la sua maledetta chitarra!
- E anche tu, muso rosso, - riprese il pastore di prima, - torna alle tue praterie: non vogliamo predoni, tra noi.
- Né predoni né chitarre, - aggiunse la vecchina.
- Chitarra stare strumento molto bello, - disse il pellerossa.
- Ecco, l'avete sentito? Sono d'accordo!
- Nonnetta, - fece l'aviatore, - ma perché strillate a quella maniera? Dite piuttosto alla signorina di farci sentire qualcosa. La musica mette pace.
- Facciamola corta, - disse il capo dei pastori, - o ve ne andate tutti e tre con le buone, o sentirete un'altra musica.
- Io stare qui. Ho detto.
- Anch'io stare qui, - fece la ragazza, - come il mio amico Toro Seduto. E anch'io ho detto.
- Io poi, - fece l'aviatore, - sono arrivato da lontano, figuriamoci se me ne voglio andare. Su, ragazzina, attacca, vediamo se la tua chitarra rabbonisce la compagnia...
La ragazza non se lo fece ripetere e cominciò a pizzicare le corde...

Finale dei ragazzi:
Al primo accordo di chitarra la nonnina iniziò ad urlare di nuovo dicendo che il suono della chitarra gli dava fastidio, il pellerossa disse:
- Zitta nonnina! Chitarra bella! 
L'aviatore disse:
- Facciamo una cosa, prendiamo le zampogne e i pifferi, ci mettiamo a cantare tutti quanti!
La nonnina disse:
- Anche le mie castagne!
e l'aviatore:
- Così aspettiamo la nascita di Gesù...
Così suonarono tutti e battevano le mani e mangiavano le castagne mentre aspettavano la nascita del figlio di Dio.


Un presepe...creativo!






I personaggi che popolano il presepe immaginario dei ragazzi appartengono alle loro vite, sono parenti, amici, compagni di scuola cantanti e calciatori preferiti:

Panettiere
Pizzaiolo
Donna che stende i panni
Fruttivendolo
Emmanuel
Francesco Paolo
Giovanni
Carmine
Clementino
Rocco Hunt
Fata turchina
Dottore
Zanetti
Balotelli
Kid Slam
Virginia
Giusy 
Sabrina
Re Magi
Pastore di pecore
Angeli


Le scene presepiali descritte dai ragazzi includono parte di questi personaggi:

"Uno dei re Magi quando cammina per andare da gesù vide una donna povera che stendeva i panni, allora la conobbe e se ne innamorò e decise di sposarsela, così la povera diventò riccona e anche regina."

"Due angeli si accostano a Carmine ed Emmanuel e li benediscono"
Carmine 

"L'altro giorno camminando per il presepe vidi il pizzaiolo sorridendo insieme alla donna che stende i panni"
Giusy

"C'è sul terrazzo di una casa una donna bruttissima, grassa, bassa, con gli occhi storti e la barba che stende i panni"
Giovanni

"Ci troviamo a causa di una gita scolastica io e il resto della classe alla nascita di gesù bambino, seguendo i passi di un piccolo cane che seguiva un dottore. Arrivati sul luogo vediamo una fata turchina che prepara le cose. Alla fine della nascita torniamo in albergo dove ci aspetta Virginia."
Annalisa







mercoledì 27 novembre 2013

Paese che vai, presepe che trovi....

    Disegno di Francesco Paolo Massa
Per quanto l'usanza del presepe sia universalmente unificata in tutto il mondo cattolico, in Catalogna e nell'ara di Valencia oltre a Gesù, Giuseppe, Maria il bue e l'asinello non sarebbe Natale se tra i pastori non fosse posto il caganer: una figurina vestita in abiti tradizionali catalani con i pantaloni calati e intento a fare la popò!
Non si tratta di iconoclastia, anzi questa tradizione è ben accettata dalla chiesa! Il caganer è, infatti, un personaggio appartenente alla cultura popolare molto importante - scatologico a dir poco!- e nel presepe ha un significato ben preciso: simboleggia la fertilità della terra che viene concimata a dovere per l'anno successivo.
Figura obbligata nelle messe in scena della nascita di Gesù a partire dal XVII secolo, il caganer incorpora bene lo spirito dell'epoca (realismo barocco) e garantirebbe la pace dell'anima e del corpo necessarie alla preparazione del presepe. Collocarlo tra le pecorelle e i pastori porterebbe fortuna. In caso contrario, invece …
Ma la simbologia del caganer non si ferma qui e affonda le sue radici in una cultura sempre molto attenta allo spirito sociale: in quell'atto, infatti, siamo tutti uguali e questo è particolarmente significativo il giorno della nascita del Bambino Gesù. Per questo motivo, forse, se nei primi tempi il caganer era un omino in camicia bianca, berrettino e pantaloni rossi, uno dei costumi tipici dei contadini catalani, a partite dalla seconda metà del novecento la fantasia si è scatenata: attori, cantanti, re, regine, politici, vip di ogni sorta e perfino pontifici sono stati fonte d'ispirazione per forgiare l'omino (o la donnina) defecante.

Saluti dal Ferrari, ora! Con Carmine, Emmanuel, Giovanni, Francesco, Alessandro, Giuseppe, Luigi, Stanislao, Antonio, Alfonso, Carmela.



Oggi abbiamo accolto altri compagni di corso, e tra una distrazione e una visualizzazione post ascoltiamo Rocco Hunt.


Lo sapevi che...

ll presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, derivata da tradizioni medievali.
Le prime fonti del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e Luca, cosiddetti dell'infanzia, che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali a Re Davide.Il presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello agli agnelli, e così via. La rappresentazione può essere sia vivente che iconografica.
Il presepe è una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico. Sono riconducibili al racconto di Luca la mangiatoia, l'adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo. Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell'arte sacra: Maria ha un manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l'umiltà.
Molti particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe traggono inoltre ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni. Tanto per citarne alcuni, il bue e l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano dal cosiddetto protovangelo di Giacomo, oppure da un'antica profezia di Isaia che scrive "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone". 
Anche la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. In ogni caso a Betlemme la Basilica della Natività sorge intorno a quella che è indicata dalla tradizione come la grotta ove nacque Cristo e anche quest'informazione si trova nei Vangeli apocrifi. 
I Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell'infanzia. In particolare, quest'ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani (Melkon, Gaspar e Balthasar), anche se non manca chi vede in essi un persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un etiope (recante la mirra).Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa.
Tuttavia, alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Questa è comunque una caratteristica di tutta l'arte sacra, che, almeno fino al XX secolo, ha sempre rappresentato gli episodi della vita di Cristo con costumi ed ambientazioni contemporanee all'epoca di realizzazione dell'opera. Anche questi personaggi sono spesso funzionali alla simbologia. Ad esempio il male è rappresentato nell'osteria e nei suoi avventori, mentre il personaggio di Ciccibacco, che porta il vino in un carretto con le botti, impersona il Diavolo.




venerdì 22 novembre 2013

A chi piace il presepe?



All'inizio ai ragazzi il presepe non è piaciuto...poi hanno scoperto che si possono inventare molte storie e far vivere molti personaggi al suo interno.... e si sono divertiti!

Io sono Patrimonio!



Carta d'identità di Emmanuel e del Vesuvio
Nome: Emmanuel Apuzzo
Tipologia di bene: Bene paesaggistico
Data di nascita: 04/05/2001
Autore: Il bing bang
Luogo di nascita: Castellammare di Stabia
Epoca: 3.000000 di anni
Cittadinanza: italiana
Materiale: pietra lavica
Quartiere: Moscarella
Misure: 1000 metri
Statura: 160 cm
Provenienza: Campania
Capelli: Castani
Stato: X
Occhi: Castani
Proprietà: X
Segni particolari: X




Carta d'identità di Luigi e della chiesa di Santa Maria del Fiore
NomeLuigi Natino
Tipologia di bene: Bene architettonico
Data di nascita: 29/03/2001
Autore: Arnolfo di Cambio Giotto Brunelleschi
Luogo di nascita: Castellammare di Stabia
Epoca: dal '200 al '400 d.c.
Cittadinanza: italiana
Materiale: Marmo policromo
Quartiere: Moscarella
Misure:
Statura: 140 cm
Provenienza: Firenze,Toscana
Capelli: Castani
Stato: buono stato conservativo
Occhi: Castani
Proprietà: Stato italiano
Segni particolari: X





Carta d'identità di Alessandro e di utensili preistorici
NomeAlessandro Savarese
Tipologia di bene: Bene archeologico
Data di nascita: 04/09/2001
Autore: sconosciuto
Luogo di nascita: Castellammare di Stabia
Epoca: Paleolitico
Cittadinanza: italiana
Materiale: selce
Quartiere: Moscarella
Misure:X
Statura: 158 cm
Provenienza: X
Capelli: Castani
Stato: X
Occhi: Castani
Proprietà: X
Segni particolari: X


Alcuni esempi di esercitazioni di catalogazione di un bene culturale attraverso la compilazione di una doppia carta di identità, la propria e quella di un bene.

Autoritratti dell'anima

"Si dice - ne sono convinto - che sia difficile conoscere se stessi, ma non è pur facile dipingersi. Così in mancanza di un modello diverso, in questo momento sto lavorando al ritratto di me stesso..."
Vincent Van Gogh


Queste spirali descrivono 
la mia persona complicata
ma allo stesso tempo sono colorate
questo significa che 
sono una persona allegra e sorridente
 Giovanna Norma






















Ho disegnato questo tutù perche mi piace molto ballare

Sabrina Martone






















Questo muro 
è il mio carattere 
e la mia testa dura

Virginia Vicedomini


















Perchè mi piace disegnare

Emmanuel Apuzzo

















Questo mi rappresenta, perchè sono una persona libera

Giusy Sessa
























Perchè amo lo Stabia


Francesco Paolo Massa




















Voglio vivere la mia vita con libertà

Annalisa Di Maio

"Me sient?" Un blog contro la dispersione scolastica



Benvenuti!
Questo blog è il prodotto in corso d'opera di un lavoro fatto insieme agli alunni dell'Istituto di Istruzione Superiore Enzo Ferrari e della sculo Secondaria di Primo Grado Karol Wojtyla,
tutto quello che sarà pubblicato è frutto della creatività di ognuno di loro! :)